di Laura Frigerio
San Valentino si avvicina e in molti si stanno preparando a
festeggiare la giornata più romantica dell’anno con la propria dolce metà. Però MioDottore (piattaforma leader in Italia e nel mondo specializzata nella prenotazione online di visite mediche e parte del
gruppo DocPlanner) ci svela che in realtà i single vivono meglio, attraverso l’indagine del dottor Argo Penovi, psicologo che ha trovato dieci benefici di non
avere qualcuno al proprio fianco.
Quali sarebbero quindi i dieci motivi per cui si starebbe bene da soli? Eccoli qui:
1. Più tempo per curare il proprio corpo. Quando si è in coppia i momenti da dedicare a palestra e sport diminuiscono necessariamente: si dà più spazio al partner, magari
intensificando cene fuori casa e pranzi con parenti. Non stupirà dunque che, mediamente, le persone single risultano più magre di chi è in dolce compagnia.
2. Maggior spazio per le proprie passioni. Se vissuti appieno, gli interessi preferiti necessitano di una quantità notevole di tempo, che si assottiglia drasticamente quando
si è in due, proprio perché il vivere in coppia richiede più tempo di qualsiasi altra attività. Inoltre, qualora i partner non condividano le stesse passioni è probabile che seguirle risulti
difficile.
3. Più energia per le amicizie. Come per le passioni, l’approfondimento di rapporti amicali necessita cura; anche in questo caso se tra i partner non ci dovesse essere
allineamento tra le amicizie, coltivarle diventa complesso.
4. Meno stress per ordine/disordine. Quando si convive con altre persone bisogna inevitabilmente accettare abitudini che non sempre sono congeniali, una delle più frequenti
è l’imposizione dell’ordine o del disordine, mentre quando si è single si può organizzare lo spazio domestico a proprio piacimento.
5. Viaggi più rilassati. Un’attività stimolante come la scoperta di nuovi angoli di mondo, può essere fonte di stress qualora i desideri non combacino. Accordare le esigenze
di entrambi non è facile e questo rallenta i processi organizzativi riducendo anche la possibilità di partire all’improvviso.
6. Più tempo per sé. Quando si è in coppia si tende a investire tempo ed energie per far piacere al partner più che pensare al proprio benessere.
7. Disponibilità economica più ampia. Le coppie tendono a spendere molto per regali, cene e sorprese, rimanendo con meno soldi per le proprie passioni; i single invece
possono organizzare in maniera diversa e autonoma il proprio budget.
8. Zero regole e giustificazioni. I single hanno la possibilità di gestire i propri orari di uscita e rientro a casa e possono essere più sereni e senza sensi di colpa
qualora volessero flirtare, anche innocentemente, con qualcuno.
9. Meno litigi. In un rapporto a due, le discussioni, più o meno ricorrenti, sono normali, tale problematica invece non stressa i single.
10. Impegnarsi in un progetto. Maggior tempo e libertà garantiscono la possibilità di impegnarsi in un’idea o un obiettivo specifico che possa dare soddisfazione
personale.
I benefici dell’essere single cambiano naturalmente in base all’età. Scopriamo qualcosa in più in merito.
SINGLE A 20 ANNI
Non essere in coppia e dunque avere più tempo da dedicare al proprio percorso di studi, allo sport e alla carriera è senza dubbio uno dei vantaggi più significativi
della singletudine in questa fascia d’età. Molti tra coloro che non hanno avuto relazioni amorose per lunghi periodi tra i 20 e i 30 anni, spesso oggi ricoprono posizioni lavorative di
maggiore prestigio. Questo perché ogni relazione amorosa richiede una quantità di energie, denaro e compromessi che non possono essere incanalati nella costruzione di progetti privati.
L’assenza di un partner fisso durante questo periodo di vita non necessariamente stimola la sperimentazione sessuale, in quanto sono soprattutto il tessuto sociale e l’ambiente culturale a
giocare un ruolo chiave. Infatti ragazzi e ragazze (indipendentemente dal genere, che non è un indicatore di comportamento) qui strutturano personalità e convinzioni. Ad esempio, se un giovane
cresce in un ambiente disinibito dove il rapporto sessuale è normalizzato, è più probabile che sia predisposto alla sperimentazione, al contrario chi vive dove l’idea primaria è desiderare una
relazione stabile, è probabile che lo sia molto meno.
SINGLE TRA I 30 E I 40 ANNI
I trentenni di oggi sono molto differenti rispetto a quelli di 10 anni fa perché la società è cambiata molto, sia per il protrarsi della fase adolescenziale sia per il prolungarsi del percorso di
studi necessario a diventare professionisti affermati. Infine, l’attuale situazione economica non ha permesso a tutti di essere indipendenti e avere un’abitazione altra dalla famiglia di origine.
Molti di loro, dovendo rimanere a casa dei genitori, non si pongono l’obiettivo primario di costruire una famiglia propria, ma preferiscono investire in hobby e svaghi.
Tale situazione genera una seconda adolescenza priva dei difetti della precedente (dove molte insicurezze sono state affrontate, si ha denaro per propri piaceri e la libertà di un adulto)
portando a preferire l’indipendenza rispetto alla creazione di un’unione consolidata. Anche a livello sessuale, i trentenni single dei nostri giorni sono più attivi e disinibiti rispetto ai
coetanei di 10 anni fa: per attitudine adolescenziale, potere economico e per le nuove tecnologie e app di incontri che facilitano l’avvicinamento a più partner.
SINGLE A 40 ANNI
Si potrebbe pensare che la non creazione di un nucleo familiare sia una sorta di “progetto mancato”, ma questo può essere fonte di malessere solo per chi lo desidera e non ha ancora avuto modo di
raggiungerlo. In realtà, secondo l’esperto di MioDottore, sono sempre di più gli italiani che preferiscono uno stile di vita votato alla libertà individuale. Per loro la decade tra i 40 e i
50 anni è il momento perfetto: infatti chi aspirava ad essere un professionista in ambito lavorativo ha avuto modo di diventarlo, i guadagni economici sono cospicui, la maturazione psicologica è
raggiunta e la sessualità può essere libera e senza compromessi.
SINGLE A 50 ANNI
La principale differenza riscontrabile nei cinquantenni è tra chi vive questa età da single senza figli e chi con prole al seguito e magari nipoti. L’aspetto positivo dell’essere single senza
ragazzi in questo periodo della vita si traduce con l’avere meno preoccupazioni e scontri generazionali, oltre a non sentirsi “prigionieri” di quella che nel corso degli anni può essersi
trasformata in una famiglia disfunzionale. Diversamente, chi è single ma con figli e magari nipoti, può godersi l’affetto dei propri cari (che ha sempre enormi benefici dal punto di vista
emotivo, soprattutto quando ci sono nipotini) ma senza condividere gli spazi e i tempi di una famiglia da gestire in prima persona.
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