di Redazione
Centennials, iGen, Gen Z o più semplicemente, Generazione Z: sono loro, i nati dopo la seconda metà degli anni ‘90, i protagonisti di quella generazione che sta rivoluzionando
l’intero mercato.
Loro che sono venuti al mondo in un periodo storico dominato dalla tecnologia e che la utilizzano fin dalla nascita, valgono già oggi un terzo del mercato stesso e ne guidano la crescita, tanto
che sono destinati, nel prossimo futuro, ad arrivare a coprire l’80% dei consumi.
Proprio sui consumatori di domani, o meglio, sulle consumatrici di domani si è focalizzata la ricerca condotta da Sì SposaItalia Collezioni, con il coordinamento scientifico di Laura Puricelli, lecturer & consultant: un’indagine volta a
portare in primo piano esigenze, bisogni e desideri delle future spose, con una particolare attenzione alla wedding experience, per fornire uno strumento utile a orientare le strategie delle
aziende e dei brand.
Le giovani, tacciate di vivere un’esistenza più virtuale che reale, credono ancora nel matrimonio tradizionale. Un’affermazione ancora più rivoluzionaria se si pensa che è emersa direttamente da
quella fascia di età che va dai 14 ai 22 anni: giovani e giovanissime che dimostrano, anche nelle convinzioni che portano avanti, il forte lato pragmatico che le caratterizza anche per rapporto
ai valori nei quali credono.
A partire da quelli estetici, i cui canoni sono racchiusi nell’abito da sposa che coincide con quello da sogno per la maggior parte delle intervistate (36,4% delle giovanissime, 50% delle
maggiorenni), la cui scelta ricade, preferibilmente, su un modello bianco con una linea di tendenza (secondo il 68% delle prime e il 50% delle seconde) oppure su un vestito capace di rispettare
la tradizione. Le indicazioni emerse dall’indagine, poi, portano in primo piano la tendenza dell’accessorio per personalizzare il proprio abito (con una preferenza netta espressa dal 40% delle
giovanissime), in maniera analoga a quanto accade nel fashion tout court, così come lo stile prediletto da entrambe le fasce d’età (40% delle giovanissime e 54% delle giovani) è quello
essenziale, semplice, con una preferenza accordata alla linea ad A degli abiti.
Ma per loro, le native digitali, la scelta dell’abito da sposa potrà prescindere in futuro dall’atelier e sarà una questione totalmente virtuale? Le risposte dicono no. Tradizione significa anche
condividere de visu un momento emozionante come quello che riguarda la scelta e la prova del vestito per il giorno del sì; significa toccare, indossare, vivere l’abito e farlo con accanto le
persone del cuore, per un’esperienza che il web non potrà mai sostituire. Ne sono convinte oltre il 54 % delle giovani e il 58% delle giovanissime, pronte a farsi accompagnare in atelier da mamme
e dalle amiche più strette per vivere insieme ore ricche di gioia e di emozioni insostituibili.
Se è vero che l’emergenza attuale ha congelato in parte questi appuntamenti, le indicazioni per il futuro sono chiare: la customer experience in atelier è una parte fondamentale e unica del
momento del matrimonio per la Generazione Z. Una generazione che, al netto delle critiche che le vengono continuamente rivolte, dimostra di avere le idee chiare, frutto di decisioni ponderate e
consapevoli, in linea con le loro convinzioni. Quella che si delinea è una cornice in cui anche l’organizzazione del matrimonio è più ponderata e dove le soluzioni messe in atto rispondono a una
sempre maggiore consapevolezza in termini di sostenibilità ambientale, che passa dal privilegio accordato ad aziende dalla filiera produttiva virtuosa a eventi a impatto zero che fanno del
rispetto il vero lusso.
Tutto questo senza dimenticare il valore del Made in Italy che non è ancora ben conosciuto come concetto dalle giovani (36,4%) e dalle giovanissime (45%) ma parallelamente, le stesse intervistate
sono in grado di percepire i contenuti di qualità, creatività e cura del dettaglio all’interno del concetto più ampio della sostenibilità: emerge dunque l’importanza di puntare su questo e
saperlo raccontare sensibilizzando le nuove generazioni sull’eccellenza del prodotto nazionale come qualcosa di destinato a fare la differenza. Se lo scenario è quanto mai frastagliato, il dato
che salta all’occhio è l’attenzione che le nuove generazioni continuano ad avere nei confronti delle tradizioni che, soprattutto in un momento storico in cui domina l’incertezza, sono dei veri e
propri appigli a cui affidarsi. Famiglia, radici, autenticità: sono queste le parole chiave che possono riassumere i sentiment di giovani e giovanissime che, per quanto attente alle nuove
dinamiche, sono capaci di leggere la tradizione e proiettarla nel futuro. Le loro esigenze, i loro interessi, i loro obiettivi sono le basi sui quali, per quanto riguarda il segmento bridal,
brand e creativi dovranno modulare le loro strategie per avvicinare le nuove consumatrici e fornire loro quello che le rispecchi in ogni sfaccettatura. A partire dal giorno del sì.
L’indagine condotta da Sì Sposaitalia Collezioni è stata al centro del dibattito di “Meet the Generation Z Bride - Alla scoperta degli sposi del futuro”, il webinar tenutosi lo
scorso 10 marzo 2021, che ha visto la partecipazione in qualità di relatori di Laura Puricelli (Lecturer & Consultant in Digital Strategy e Innovation per il Fashion, Luxury e Retail),
Gianfranco Di Natale (General Director di Confindustria Moda e SMI- Sistema Moda Italia), Emanuele Guido (Exhibition Director Business Unit Lifestyle di Fiera Milano), Dario Mongioy (Ownew
Elisabetta Polignano), Giorgio Ravasio (Country Manager Vivienne Westwood) e Francesca Romana Rinaldi (Professoressa presso l’Università Bocconi di Milano).
L’appuntamento rientra in uno programma, attivato da quest’anno da Sì SposaItalia Collezioni, atto a formare la propria community e ad introdurre un confronto costruttivo e stimolante su
tematiche attuati e di appeal del segmento bridal.
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