di Redazione
Ogni Paese ha una propria tradizione di figure soprannaturali invocate per “far rigare dritto” i bambini, soprattutto in momenti speciali come
può essere Hallowen.
Ci sono diversi nomi per riferirsi ad essi, il genere può variare, ma sono conosciuti in ogni cultura.
“Questi personaggi fanno parte delle tradizioni orali che comprendono un'enorme varietà di proverbi, racconti, filastrocche, miti e altro ancora. Sono usati per trasmettere valori culturali,
sociali e memoria collettiva – quindi, molto usati nell'insegnamento e nell'apprendimento delle lingue” - afferma Gianluca Pedrotti, esperto di comunicazione interculturale
ed editor del team linguistico di Babbel.
Proprio per questo in occasione della festività che da anni è diventata la festa dei bambini e del simpatico motto “Dolcetto o scherzetto?” (Trick or treat?), gli esperti di Babbel, azienda per
l’apprendimento delle lingue che offre lezioni live e su app, hanno deciso di raccogliere la ricca tradizione orale di streghe, mostri e altri personaggi soprannaturali per accompagnare in un
viaggio ricco di racconti e cultura popolare.
-Boogeyman: è un fantasma amorfo e indistinto che si nasconde nell’oscurità per spaventare le vittime ignare in Inghilterra e nei paesi anglofoni. È più una scocciatura che una
vera minaccia visto che i suoi poteri sono facilmente neutralizzati dalla luce. Il nome deriva dall’inglese medievale “bugge”, che indicava “qualcosa di spaventoso”.
-Bokkenrijders: letteralmente significa “cavalcatori di caproni” e sono ladri fantasma che viaggiano a cavallo di capre volanti. Si tratta di una leggenda creata da vere bande di
ladri nel diciottesimo secolo per intimidire e terrorizzare le comunità agricole locali. É diffuso nei Paesi Bassi, in Belgio e Germania.
-Butzemann: è uno spirito maligno o fantasma senza volto che vaga avvolto in un mantello. Si nasconde negli angoli più bui, sotto il letto o nell’armadio, e attacca i bambini che
rimangono svegli oltre l’ora della nanna. Il suo nome deriva dal tedesco medievale “bôtzen” (fare baccano) o da “verbutzen” (nascondere o celare). Lo si trova in Germania, Paesi Bassi e
Scandinavia.
-Uomo del sacco: diffuso in Spagna, nel Sud Europa e in America Latina, è rappresentato da uomo orrido e scarno che rapisce i bambini cattivi in pieno giorno portandoli via in un
sacco.
-Baba Yaga: è una strega della foresta che si aggira in Russia e nei paesi slavi, vive in una capanna sorretta da enormi zampe di gallina e si sposta a cavallo di un cannone
volante, portando con sé un gigantesco pestello. È un po’ ambivalente verso gli esseri umani: a volte li aiuta, a volte li mangia. “Baba” (Баба) significa “donna” mentre “yaga” deriva
probabilmente dalla parola proto-slava per “serpente”.
-Tokoloshe: si trovano in Sudafrica e sono degli spiritelli delle acque che agiscono agli ordini di stregoni maligni. Possono diventare invisibili bevendo acqua e ne combinano di
tutti i colori. Durante il sonno, ci si può proteggere dai loro dispetti mettendo un mattone sotto ogni gamba del letto, ma serve l’intervento di uno stregone buono per scacciarli
definitivamente.
-Gurumapa: conosciuto in Nepal, si tratta di un gigante cannibale con enormi zanne sporgenti. Nonostante sia molto goloso di bambini, è possibile farlo desistere.
-Namahage nella Penisola di Oga, in Giappone: orchi che, durante la notte di Capodanno, vagano di casa in casa in cerca dei bambini che si sono comportati male durante l’anno che
sta per finire. Sono ben felici di liberare i genitori dai bambini più pigri o insolenti, o che semplicemente piangono troppo.
-Tata Duende: in Belize si aggira un piccolo spirito maligno barbuto, senza pollici e con i piedi al contrario, considerato il guardiano della foresta e degli animali. I genitori
avvertono i figli che restano fuori casa o che si avventurano nei boschi quando è già calato il buio che il Tata Duende li prenderà e li porterà via. Il nome significa “vecchio folletto”.
-Cuca: in Brasile, invece, una famosa ninna nanna brasiliana incita i bambini ad andare a letto, altrimenti arriverà la Cuca, donna coccodrillo, a prenderli e portarli via.
crediti foto: Babbel_Unsplash