di Redazione
Arriva il Natale 2022 che, dopo 3 anni segnati da pandemia e caro energia, sembra portare con sé il caro vecchio buon senso, almeno stando ai dati emersi dall’ultima indagine di
KRUK Italia l’esperto del credito che gestisce tutta la filiera del debito, sia lato privati che lato aziende e banche.
Se nel Natale 2020 si temeva il ‘Panic Saturday’, la corsa allo shopping incosciente per i ritardatari il sabato prima della vigilia, mentre nel 2021 ci si preoccupava del ‘revenge Christmas’ con
spese sconsiderate per regali e festeggiamenti da fare in una ritrovata socialità dopo i periodi di lockdown alternato, il Natale 2022 sembra fare eco alla parola dell’anno:
‘permacrisi’, che significa crisi permanente caratterizzata da un susseguirsi e sovrapporsi di emergenze, e che pare aver risvegliato nei rispondenti al sondaggio il senso della
misura in una congettura economica sfavorevole.
Stando ai dati emersi dall’indagine KRUK Italia il campione sente di avere meno potere di acquisto rispetto al Natale 2021 (42%), perché in generale è tutto più caro (44%) e perché a causa dei
rincari si è più vincolati a saldare rate di finanziamenti, bollette e spese dilazionate a causa della minore disponibilità (30%). Non è un caso, infatti, che per gli acquisti di Natale il 23%
intende utilizzare il nuovo metodo di rateizzazione senza tassi aggiuntivi – il Buy Now Pay Later (Prendi ora e Paga poi) anche se il 14% lo utilizzerà per importi superiori ai 200€. Quello che
però sorprende dai dati emersi è che le rinunce per questo periodo di feste sono maggiori rispetto agli anni passati – se da una parte è verosimile che il campione rinunci a spendere denaro per
vacanze ai Caraibi (52%) o andare a sciare (34%), lo è meno rinunciare ai prodotti food&beverage premium come Champagne, Caviale, Aragosta e Tartufo (25%). Eppure quest’anno anche la tavola
delle feste risente del caro vita.
Addirittura i regali, protagonisti indiscussi del Natale 2021, quest’anno saranno meno in numero ma più pensati (41%) e fatti con criteri selettivi evitando cognati/suoceri/colleghi o simili
(14%).
“Questo ritrovato senso della misura trasferisce un buon segnale da parte di una popolazione che si rende conto oggi, più degli ultimi due anni, della situazione economica. È tuttavia
importante non ‘tirare troppo la cinghia’, il dato sul risparmio anche a tavola ci indica che il campione sta andando in questa direzione, ma secondo la nostra lunga esperienza nella gestione dei
debiti dei clienti privati è importante, anche, concedersi piccoli sfizi per non perdere il controllo dopo un periodo di troppe privazioni.” Suggerisce Simona Scarpa, Field
Manager di KRUK Italia. La lettura di questa indagine, secondo l’esperto del debito KRUK Italia, è quindi positiva ma il consiglio è, in generale, di proseguire a gestire le proprie entrate con
buon senso evitando esagerazioni sia nelle spese sia nei risparmi troppo eccessivi.
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