di Redazione
Guido Rocca torna ad esporre presso la prestigiosa Area35 Art Gallery di Milano (in via Vigevano 35), che lo scorso anno aveva ospitato la sua suggestiva viewing
room.
Il 22 giugno, alle ore 18.30, lo stimato pittore italiano presenterà il suo nuovo quadro di sei metri di larghezza.
«Credo che la parola giusta per descrivere la mia vita sia: intensità. La mostra nasce dall'esigenza di vivere appieno un momento tragico, ma anche evolutivo della mia esistenza. Ho dipinto
notte e giorno per permettere a me stesso di cavalcare la tempesta emotiva che stavo attraversando e di trasformarla in nuova benzina creativa. Questo quadro è frutto dell'incontro con un
collezionista che mi ha permesso di realizzare il sogno di creare un’opera di grandi dimensioni. Erano anni che avrei voluto farlo, ma quest’opera è arrivata nel momento in cui ne avevo più
bisogno. Se non avessi fatto questo quadro, avrei mascherato e sepolto dentro di me molto dispiacere e questo mi avrebbe condizionato per tutta la vita. Confrontarmi con misure più grandi e
sfidanti, mi ha permesso di evolvere come artista ed essere umano. La malinconia ha lasciato spazio alla serenità che da tempo mi aveva abbandonato» - racconta l'artista.
Già nominato dalla rivista “Albatros” come uno dei maggior esponenti dell'arte come soluzione sociale e dell' astrattismo contemporaneo Italiano e più volte intervistato da “The Art Insider” per
il suo costante contribuito artistico, negli ultimi anni Guido Rocca ha raggiunto con le sue opere decine di collezionisti Italiani e internazionali aumentando notevolmente il valore dei suoi
quadri. Anche nell'opera che verrà esposta presso Area35 Art Gallery è caratterizzata dal suo tratto distintivo: una tecnica basata su migliaia di piccole pennellate, che gli permettono di
processare e consapevolizzare il suo universo interiore. Ogni tratto sulla tela è uno spiraglio di luce che si fa strada attraverso la confusione dei sentimenti.
«Quando dipingo con questa tecnica, il colore trascende la materia e diventa pura energia. Specialmente quando sto portando a termine il quadro, bilanciando le diverse tonalità, ricerco
l’equilibrio vibrazionale unico che appartiene a ogni opera. È un processo quasi mistico, in cui abbandono la mia razionalità e cerco una fusione totale con quello che sto creando, come un
accordatore che accorda il suo strumento e diventa la musica che sta suonando. In realtà, è un processo molto semplice, perché più mi libero dal pensiero e dalla logica e seguo il flusso creativo
naturale, e prima riesco a completare il quadro. Ad un certo punto, dopo migliaia di pennellate, arriva l'ultimo tocco di colore sulla tela che come un interruttore premuto accende letteralmente
il quadro. A quel punto l'energia è giusta e io vedo e sento vibrare l’opera. È un momento di grande soddisfazione, perché io sono il quadro e il bilanciamento che vedo e che sento sulla tela è
lo stesso che vedo e che sento in me» - spiega Guido Rocca.
E aggiunge: «Mi auguro che questa sensazione di armonia venga percepita, avvolga e rassereni anche chi osserva le mie opere. Il mio scopo è usare la materia come ponte per trasportare le
persone dalle illusioni della realtà che ci circonda, che a volte ci fanno credere di essere succubi delle contingenze e non attori del nostro universo, verso la verità dell’esistenza che è
l'essenza di ognuno di noi». Guido Rocca crede da sempre nel potere benefico dell'arte e infatti ci tiene a sottolineare che: «L'arte, che sia fatta con le proprie mani o vissuta come spettatori,
ascoltatori, esploratori, ha un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione. Il cibo rinvigorisce e alimenta il nostro corpo, ma è l'arte che risveglia la coscienza di sé e nutre chi siamo
veramente. Mi auguro che le mie opere possano aiutare gli altri tanto quanto aiutano me».
crediti foto: ufficio stampa Guido Rocca